top of page

Elezioni RSU 2025: perchè scegliere CLaSP

Presentarsi alle elezioni per il rinnovo della RSU per noi è una scelta difficile e per nulla scontata. La Rappresentanza Sindacale Unitaria ha la finalità di rappresentare i lavoratori in un luogo di lavoro, pubblico o privato che sia. È un organo eletto da tutto il corpo deə   lavoratorə, iscritti e non iscritti al sindacato, e gli eletti dovrebbero lavorare unitariamente per la tutela collettiva di tutto il personale.

Benché abbia ambiti di competenza limitati, la RSU non è di fatto riconosciuta dall’Amministrazione che non la convoca di buon grado, né troppo gradita da alcune OO.SS. rappresentative che mantengono il diritto di trattativa garantito, e che, una volta elette, non vi partecipano mai (la Rsu eletta nel 2022 non raggiunge il numero legale per decidere da anni). Per una piccola associazione sindacale come la nostra scegliere di presentarsi rappresenta la possibilità di garantirsi una piccola tribuna di riconoscimento, di lavorare per trasformare in vertenze, particolari criticità interne al luogo di lavoro. È con questo spirito, ad esempio, che abbiamo provato ad animare la lotta contro la costituzione della 3I. Ed è con questo spirito che intendiamo la nostra candidatura anche in questa tornata elettorale.

Per farlo siamo partiti col chiederci cosa fosse mancato in questi anni e cosa vorremmo contribuire a restituire all’Istituto. Innanzi tutto, abbiamo registrato una sottrazione progressiva di luoghi di confronto: la chiusura degli spazi ristoro, dell’aula RSU, ma anche solo la possibilità di prenotare autonomamente l’Aula Magna per assemblee e iniziative. Anche il passaggio al lavoro agile - avvenuto abbandonando ogni ragionamento sul nuovo modello organizzativo che avrebbe richiesto un ripensamento delle relazioni e degli ambienti di lavoro - ha ulteriormente acuito la distanza dall’Istituto e tra lavotorə. Si tratta di un insieme di elementi che hanno concorso alla compressione della socialità e della partecipazione alla vita dell’Istituto i cui esiti non sono certo trascurabili.

Riconoscere le responsabilità di una classe dirigente sempre più aliena è il primo passo per ristabilire un sentimento di appartenenza che ci spinga a costruire un Istituto più vicino alle nostre istanze. Per dare voce alla parte di Istituto che non si riconosce nelle proposte e nelle modalità portate avanti dalle organizzazioni sindacali rappresentative, a una collettività critica in divenire che rifiuta di concorrere su un terreno predeterminato sia nelle regole sia negli esiti. Difendere le agibilità minime per lavoratrici e lavoratori che non siedono ai tavoli di trattativa, quellə a cui al di fuori della RSU non sarebbe concesso di convocare assemblea, avere degli spazi per poter discutere, dibattere, analizzare.

In quest’ottica, la RSU rappresenta uno strumento – seppur parziale e contraddittorio – nel quale intravediamo alcuni margini di operatività e che consente a chiunque sia portatore di un punto di vista “altro” di provare ad agire collettivamente all’interno dell’Istituto.

Noi lo faremo a partire da tre grandi questioni che continuano a sembrarci le più urgenti e unificanti:

  • la statistica pubblica e il ruolo dell’Istat come produttore di dati in grado di restituire un quadro indipendente sulla situazione del Paese, anche scomodo, mai parziale e/o accondiscendente alle esigenze governative;

  • il recupero della enorme perdita salariale a partire dal rinnovo del CCNL per arrivare alla contrattazione decentrata e a dispetto dell’ingente politica di riarmo cui stiamo assistendo;

  • l'ottimizzazione dei modelli organizzativi e l'accrescimento della vivibilità delle sedi.



COORDINAMENTO LAVORATORƏ DELLA STATISTICA PUBBLICA

Bertollini Marina

Castellani Angelita

Cera Massimiliano

D'Ambra Daniele

Pangrazi Valeria

Spaziani Mattia

Violante Alberto

Zurlo Davide


 
 
 

Comentarios


bottom of page