Il 17 luglio si è tenuto un incontro sul tema del riconoscimento dell’anzianità per i periodi di lavoro prestato a tempo determinato. L’Amministrazione si era impegnata a presentare una proposta organica finalizzata alla definitiva chiusura di un lunga e tortuosa vertenza che, a partire dal 1997, ha coinvolto progressivamente centinaia di lavoratori e lavoratrici ex precari.
In apertura dell’incontro il Direttore Generale, oltre a ribadire la volontà dell’Amministrazione di risolvere il contenzioso in corso e prevenire ulteriore conflitti, ha illustrato le modalità attraverso cui si intende arrivare al riconoscimento dell’anzianità e degli istituti contrattuali ad essa collegati.
Per i colleghi assunti in ruolo nell’ultimo triennio saranno applicate le previsioni contenute nel CCNL 2016-2018.
I ricercatori e tecnologi vedranno così riconosciute le fasce stipendiali maturate nel periodo a TD e i relativi arretrati saranno conteggiati a partire dalla data di immissione in ruolo.
I colleghi di tutti i livelli (I-III e IV-VIII) vedranno riconosciuti i giorni di ferie spettanti tenendo in considerazione anche l’anzianità a TD (6 giorni in totale: 2 per il 2018, 2 per il 2019 e 2 nel 2020).
Per i colleghi assunti in ruolo a partire dal 24 ottobre del 2001 è stata confezionata una proposta conciliativa (stragiudiziale per coloro che non abbiano mai avviato un contenzioso e transattiva in sede giudiziale per coloro che abbiano una causa pendente in corso).
I ricercatori e tecnologi, dopo aver manifestato il proprio interesse a partecipare alla procedura conciliativa, vedranno ricostruita l’anzianità a TD, cioè il numero di giorni utili all’attribuzione delle fasce stipendiali, e saranno invitati alla Direzione Territoriale del Lavoro per la sottoscrizione dell’istanza. Successivamente sarà attivata la procedura valutativa prevista per il riconoscimento delle fasce al termine della quale si arriverà all’adeguamento stipendiale. Per i colleghi che abbiano una causa pendente in corso la procedura conciliativa sarà proposta con la mediazione dei rispettivi avvocati di parte. Per i colleghi che abbiano interrotto i termini prescrittivi, oltre all’adeguamento della fascia stipendiale, saranno corrisposti gli arretrati. La sottoscrizione della proposta conciliativa prevede la rinuncia agli interessi legali relativi alle somme non corrisposte a suo tempo e la rinuncia al contenzioso per gli eventuali danni economici e morali derivati dalla perdita di opportunità che il mancato riconoscimento abbia potuto determinare nel corso del tempo.
L’Amministrazione ha comunicato che entro il mese di settembre 2019 saranno pubblicati sulla Intranet i comunicati ufficiali che avvieranno i diversi iter per il riconoscimento dell’anzianità.
Nonostante i numerosi passi avanti concretizzati negli ultimi mesi sono rimaste irrisolte diverse questioni, alcune particolarmente eclatanti:
non è previsto alcun riconoscimento per le anzianità maturate nei periodi antecedenti al 24 ottobre 2001;il mancato inserimento nell’ipotesi conciliativa dei colleghi inquadrati nei livelli IV-VIII, in particolare gli assunti con la tornata relativa al concorso per 115 Cter del 2010 che, al momento, sono esclusi dalla possibilità di vedere riconosciuti i 6 giorni di ferie sottratti nel primo triennio successivo all’inserimento in ruolo;non sono state affrontate e non sono, ancora, previste ricostruzioni volte a riconoscere le anzianità maturate dai colleghi inquadrati al III livello a TD che sono stati immessi in ruolo con un inquadramento al VI livello.
Se l’intento dell’Amministrazione è quello di chiudere il contenzioso su questa materia la mancata inclusione nella platea dei destinatari di tutti i colleghi che hanno subito nel corso del tempo le conseguenze e gli strascichi di una pagina ventennale fatta di abusi e precarietà del lavoro appare incomprensibile ed inaccettabile.
Esprimiamo soddisfazione per la decisione di applicare correttamente, seppur tardivamente, le norme contrattuali in essere, e sottolineiamo che si tratta di un provvedimento di mero buon senso che abbiamo rivendicato e spinto per oltre due anni, fatto finalmente proprio dai vertici dell’Istituto. Una vittoria che però non deve riguardare solo i colleghi assunti durante il triennio 2016-2018: gli avanzamenti normativi nel CCNL devono essere generalizzati e utilizzati come guida nell’approccio alle casistiche rimaste escluse evitando che una parte delle istanze rimangano inevase.
Le previsioni contrattuali in vigore sanciscono, infatti, l’illegittimità della condotta tenuta fino a oggi dal nostro Istituto (e da tutta la PA) e sono il frutto di sentenze, emesse dai tribunali di tutto il Paese, che hanno riconosciuto il principio di non discriminazione dei lavoratori a TD stabilito dalla Direttiva Comunitaria (70/CE del 28 giugno 1999) recepito nel nostro Paese dal D.Lgs. n. 368.
Riteniamo quindi doveroso che questo principio si applichi a tutti i colleghi che hanno alle spalle un periodo di precarietà da chiudere senza penalizzazioni ulteriori a quelle già subite. Per farlo è sufficiente estendere la possibilità conciliativa a tutte le fattispecie ad oggi non prese in considerazione.
Per questo sarà necessario riconvocarsi in assemblea, dopo la pausa estiva, per fare un bilancio complessivo di ciò che è stato ottenuto e di quello che è ancora da ottenere.
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