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54. Oltre la duna, gli scontri proseguono

Aggiornamento: 27 lug 2020

In piena estate, come una infelice quanto ormai consolidata tradizione vuole, è stato pubblicato il bando per le progressioni di livello ex art. 54 del CCNL 98/01.

Si chiamano, impropriamente, progressioni di livello ma rappresentano, per i pochissimi che riescono ad accedervi, l’unica possibilità di incremento salariale in busta paga per gli inquadrati nei livelli IV-VIII.

Un incremento salariale che è giustamente riconosciuto, attraverso un meccanismo snello, ai colleghi dei livelli I-III. Tutti, senza distinzione, come corretto. E che è concesso, un po’ meno giustamente, a tutti i Direttori, col loro diritto al grassissimo salario accessorio – senza decurtazione alcuna, il loro!

Come premesso, nel caso della sciagurata platea dei IV-VIII il quadro diventa più articolato, cambia la normativa e si complicano i regolamenti, passando attraverso oscuri meccanismi di costituzione e decurtazione del fondo - la cui logica è incomprensibile ai più - e il cui effetto tangibile è la drastica riduzione della platea degli aventi diritto. L’ultimo bando addirittura taglia fuori coloro che nel biennio abbiano collezionato un provvedimento disciplinare, persino blando, come un richiamo scritto per mancato recupero del debito orario. Puniti tre volte dunque: con la decurtazione salariale, il richiamo e in ultima istanza l’impossibilità di partecipare alla progressione. In attesa delle bacchettate sulle mani! Parliamo di una diretta conseguenza delle trasformazioni intervenute nel mondo del lavoro, demolito a colpi di interventi legislativi, normativa su normativa, Governo dopo Governo. D’altra parte lo abbiamo vissuto ieri come precari e lo viviamo oggi come IV-VIII, il divide et impera accompagna costantemente le strategie di ogni classe politica.


In Istat sono andate in questa stessa direzione le riforme targate Giovannini e Alleva. Due personaggi diversissimi, l’uno spavaldo, l’altro più dimesso, ma entrambi determinati a cambiare volto a questo Istituto. L’approccio teorico e organizzativo adottato dai due Presidenti, sia pure nelle differenze dei toni e delle soluzioni adottate, ha guardato a esperienze amministrative utilizzate generalmente nel settore privato. Il risultato è stato quello di adottare logiche di mercato, nuove forme di contrattualizzazione, lo svilupparsi di una competizione sempre più esacerbata e, non ultima, una crescita esponenziale dell’insieme dei dirigenti. Quindi un indirizzo gestionale di tipo aziendale che si è progressivamente affermato all’interno di un Ente pubblico di ricerca.


In fondo potremmo parlare della medesima logica assunta dai decisori politici di ogni latitudine nel governo della cosa pubblica. I generici richiami all’efficienza, alla lotta agli sprechi, sono diventati concetti utili a mascherare politiche economiche e finanziarie fortemente restrittive, con tagli lineari ai settori cruciali dell’amministrazione centrale dello Stato. Come se in inglese fosse meno doloroso, sono entrate nel vocabolario corrente espressioni come spending review, fiscal compact. Il rischio default è stato brandito come un’arma ogni volta che qualcuno ha provato minimamente ad allontanarsi dalla linea dettata!

Il ragionamento che c’è dietro le progressioni di livello ex art. 54 in qualche misura rappresenta questa tendenza e svela la vera natura delle istanze riformatrici espresse nell’ultimo decennio. Gli irrilevanti finanziamenti per favorire le progressioni di livello hanno avuto il solo effetto di esasperare la concorrenza tra colleghi, vanificando anche le ambizioni più legittime. È un tutti contro tutti generato scientificamente, e dal quale è impossibile distaccarsi se non si tiene conto del quadro generale.


La discrezionalità lasciata ai Direttori in materia di valutazione, con il supporto non meglio specificato dei responsabili dei Servizi, ha generato un ulteriore senso di insoddisfazione circa i criteri selettivi adottati. Consegnare nella mani dei direttori lo strumento della verifica dell'attività professionale svolta che, badate bene, è ancorata su criteri saldissimi – per esempio quello dell’orientamento all’utenza – non può che essere letta come un’operazione abilissima di depistaggio.

Dalla falsa meritocrazia qualcuno si fa abbindolare sempre!

E' in questo modo che la possibile rivendicazione generale di aumentare i fondi, e quindi platea e velocità degli aumenti salariali e di livello, si frammenta in centinaia di rivendicazioni e rimostranze personali, di ben più facile controllo da parte dell'amministrazione. La controparte diventa di conseguenza il/la collega valutat@ diversamente, la direzione più generosa, e non una divisione della spesa a bilancio volta sempre a dare soddisfazione ai piani alti.


Riaffermare l'anzianità di servizio come unico criterio oggettivo utilizzabile in questo tipo di concorsi non significa negare la presenza di meriti nello svolgere il proprio lavoro, ma comprendere l'uso discrezionale e strumentale che viene fatto di queste pseudo-valutazioni.

Considerando l’entità degli stanziamenti, a discutere delle progressioni di livello ex art. 54 ci si dovrebbe sentire un po’ come chi ha sostenuto gli ultimi Governi tecnici e al contempo ha continuato a parlare liberamente di necessità di tutelare le fasce più deboli. Inutile ribadire che i due mondi sono inconciliabili.

Ricordiamocelo quando a breve ci presenteranno il nuovo conto da pagare, in attesa delle ulteriori prove di accentramento targate Blangiardo-Camisasca.

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