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Tanto tuonò che piovve


Il 5 - 11 è stato firmato il CCNL Istruzione e Ricerca del triennio 2022-24
Il 5 - 11 è stato firmato il CCNL Istruzione e Ricerca del triennio 2022-24

Dopo innumerevoli grida e lamentele su quanto fossero offensive le proposte di rinnovo contrattuale del governo, lo scorso 5 novembre tutte le sigle sindacali rappresentative del comparto, tranne la FLC-CGIL, hanno firmato l’ipotesi di rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca. Risulta quindi praticamente certificato che, per il triennio 2022-24, la differenza tra la crescita dei nostri stipendi e quella dei prezzi sarà di circa 11 punti percentuali. Una perdita di potere d’acquisto paragonabile - ma inferiore - si era vista solo negli anni dell’austerità più dura dovuta al blocco della contrattazione, poi dichiarata incostituzionale.  



Si sa che la sconfitta è sempre orfana e infatti, tra tutte le sigle, quelle -a parole- più incendiarie non hanno ancora rivendicato la firma. Una sigla afferma che, accontentandosi, potranno arrivare gli arretrati per Natale (in buona parte già percepiti tramite indennità di vacanza contrattuale, quindi poca cosa) e un’altra asserisce che la firma sia stata “un atto tecnico”. Comprimere lo stile di vita dei lavoratori pubblici fino a rendere la Ricerca pubblica e l’insegnamento nelle scuole non attrattive per i migliori talenti, viene spudoratamente derubricato ad atto tecnico.  Noi pensiamo invece sia un atto profondamente politico, di complicità di visione con uno dei peggiori governi degli ultimi decenni, che mentre impoverisce i lavoratori pubblici, concede ad una manciata di super-dirigenti degli stipendi stellari paragonabili a quelli di manager di multinazionali che fatturano miliardi.  



Nel settore pubblico, dopo la riforma Brunetta, la regolazione dei principali istituti contrattuali passa dal CCNL e dalle norme nazionali; perciò non possiamo credere che i problemi legati alla mancata valorizzazione professionale si potranno risolvere con una procedura interna o grazie ad un comunicato particolarmente aggressivo nei confronti di una Presidenza del tutto priva di coraggio. Né crediamo che la sotto-retribuzione si risolverà con l’aumento di 20 euro della IOS, che si prospetta di ottenere peraltro autofinanziandola con risorse del bilancio Istat.   Si aggiunga che l'aumento contrattuale per i livelli I-III è leggermente inferiore a quello del personale IV-VIII; questa differenza dovrà essere recuperata in sede di contrattazione decentrata attraverso l'incremento del salario accessorio. Peccato che su questo terreno siamo fermi al 2018! Il personale ricercatore e tecnologo non percepisce questa voce della retribuzione da 7 anni; l'ultimo accordo per la distribuzione delle somme riguarda solo il 2019 ed è fermo in attesa della certificazione dei revisori dei conti. Sulle annualità successive nulla è dato sapersi, tantomeno sui tempi di erogazione. Quindi possiamo aspettarci che questa parte dell'aumento contrattuale rimarrà congelata per un lungo periodo, a discapito in particolare də colleghə di III livello che più subiscono l'inadeguatezza della retribuzione.



Non si commenta il mancato riconoscimento del buono pasto per le giornate di lavoro agile negato esclusivamente al nostro comparto. Per noi solo bastone e niente carota.



Per rispondere a questo attacco irricevibile il segretario della CGIL Landini ha lanciato, come sfida, un’ottima proposta: far esprimere, tramite un referendum, tutt3 i dipendent3 del comparto sulla bontà del CCNL appena siglato. Siamo così d’accordo con la consultazione che, qualora non venisse indetta, siamo pronti a promuoverla dal basso; anzi ci domandiamo perché non sia stata attuata per i CCNL precedenti che pure vedevano la FLC-CGIL firmataria!  



Crediamo sia davvero giunto il momento di restituire la parola alle lavoratrici e ai lavoratori che subiscono in prima persona gli effetti delle misure stabilite in contrattazione.

 
 
 

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