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Lettera aperta dei Rilevatori e delle Rilevatrici ai dirigenti Istat

Nella giornata di oggi si svolge la Conferenza dei dirigenti che coinvolge - in una sede esterna all'Istat - l'intero corpo dirigenziale (intermedio e apicale).


La rete dei Rilevatori, che ancora si batte contro la nuova e scandalosa concessione in appalto - al massimo ribasso - della rilevazione Fol e Spese (indagine che - giusto per dare un segno del fallimento - partirà solo in questi giorni con 9 mesi di ritardo) si è fatta sentire con una lettera aperta che ha molto da dire anche a noi semplici lavoratrici e lavoratori della statistica pubblica. Gli unici forse che hanno davvero a cuore le sorti dell'Istituto e dalla sua funzione a supporto della democrazia che è chiamato a compiere con la produzione di informazione statistica di qualità.


Di seguito il testo della lettera.


Ci auguriamo che nell'ambito del programma serratissimo che si sono dati abbiano la volontà di spendere qualche parola su questa delicatissima questione. Vi terremo aggiornati


Gentili Direttori, e Capiservizio Istat,

Siamo un gruppo di Rilevatori e Rilevatrici della rete Fol (la rete di rilevazione che è stata selezionata, formata e inizialmente assunta dalla stessa Istat), recentemente smembrata dall’ultimo cambio di appalto. Tra di Noi c’è chi ha, a malincuore, accettato il contratto proposta dalla nuova ditta capofila del consorzio che gestirà la rilevazione dell’indagine, e chi è invece attualmente disoccupato.

In occasione del prossimo evento di giorno 17 Settembre dove vi incontrerete per valutare e decidere le sorti future dell’Istituto, riteniamo necessario ricordarvi, noi che ormai apparteniamo al recentissimo passato, quale momento difficile stia vivendo ISTAT a seguito di un drammatico calo della qualità nella rilevazione del dato e come sia stato possibile che ciò accadesse.

Dopo aver deciso di investire per creare una rete di rilevazione fatta su misura di ISTAT che riuscisse a cogliere, nel dettaglio le necessità dell’Istituto e che avete formato, a mano a mano fino a renderla altamente specializzata (“il fiore all’occhiello” così si espresse un vostro collega dirigente qualche anno fa), con scelleratezza non avete creduto in noi fino in fondo preferendo esternalizzare al mercato e ad un ciclo infinito di sostituzioni di fornitori. Questa scelta ha favorito di fatto, una concatenazione di gravi inefficienze nella gestione delle risorse umane. Oltre a dover essere re-inquadrati (ogni volta con contratti diversi), i cambi di appalto consentono che le ditte assumano anche rilevatori poco capaci o poco e male formati, e già estromessi in passato per condotte illecite. Gli appalti sono inefficienti anche nell’utilizzo delle risorse tecniche (ogni azienda che si aggiudica l’appalto deve portare un nuovo software di FOL e Spese che inevitabilmente necessita di essere lungamente implementato con aggravio di lavoro del vostro personale). Gli appalti sono anche –controintuitivamente -  contro un accorto utilizzo delle risorse economiche perché, per quanto il bando di gara sia al ribasso, appare evidente che l’indagine costerà più di quanto costerebbe se fosse gestita in modo diretto, visto che la ditta appaltante è un passaggio intermedio, che trattiene per sé un profitto, senza aggiungere know-how a produzioni per le quali avete già tutte le competenze interne.

Gli appalti sono economicamente convenienti solo se si procede con gare nei fatti al massimo ribasso come recentemente avvenuto nel caso delle indagini di Fol e di Spese. In quel caso però a soffrirne è la qualità del dato. Dopo sei o più mesi di ritardo nel cambio di appalto (che hanno significato un trimestre di mancati dati per l’indagine di Spese) in queste settimane di nuova gestione si susseguono casi di: interviste inventate, interviste faccia a faccia eseguite al telefono, Rilevatori inesistenti il cui nome compare come operativo in più regioni contemporaneamente, e così via senza continuare la sequela degli episodi tragicomici. Una caduta irrispettosa della tradizione di serietà dell’Ente per cui abbiamo lavorato per più di un decennio. Ci chiediamo e vi chiediamo se quella tradizione abbia per Voi lo stesso significato che ha per Noi, o siate disposti a ignorare questa situazione insieme alla nostra non facile condizione sociale.

 

Credere in noi avrebbe potuto significare avere personale interno fidelizzato e altamente formato su tutto il territorio nazionale che si sarebbe interfacciato con le realtà comunali per tutte le rilevazioni in atto, rappresentando l’Istituto in modo capillare nella Nazione.

Assunto tutto ciò, Chiediamo al Presidente Chelli un incontro per dettagliare sul momento attuale e sulle sue intenzioni. Vogliamo che venga fatta pressione sul Ministero della Ricerca perché si giunga all’inserimento nel prossimo CCNL della figura del rilevatore professionista, a nostro avviso assolutamente indispensabile alla produzione del lavoro dell’Istituto. Sarebbe il primo passo per poter re-internalizzare la rilevazione, ridare qualità alle indagini statistiche e consentirci di rientrare con dignità nel processo di produzione della Statistica Ufficiale.



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